Le tre lettere sulla ringhiera

by Fondazione Neri

Su questo numero di Arredo & Città (2-2022) dedicato all’illuminazione storica di Venezia, abbiamo dato ampio spazio anche ai ponti metallici costruiti in decine di esemplari, a testimonianza di come la ghisa abbia inciso sullo sviluppo urbano di Venezia non solo nel settore della luce, ma anche in quello della viabilità.

Nel suo prezioso volume, Venezia ponte per ponte, l’autore Giampietro Zucchetta documenta la presenza di oltre 80 attraversamenti pedonali  in ferro ancora oggi esistenti lungo i canali e i rivi di Venezia, dai più grandi e importanti ai più piccoli e nascosti.

Realizzati da rinomate fonderie che avevano sede proprio in Laguna – in primo luogo gli stabilimenti Neville, Collalto e Layet – iniziarono a caratterizzare il paesaggio urbano a partire da metà Ottocento quando lo sviluppo dell’industria e la disponibilità di nuove tecniche costruttive permisero di ricorrere all’utilizzo del ferro e della sua lega, la ghisa, per la costruzione delle prime strutture in ferro. I ponti potevano essere realizzati interamente in metallo, oppure presentare l’abbinamento di una struttura in pietra, integrata da ringhiere in ferro e/o ghisa decorate da motivi geometrici e vegetali (struttura mista).

A quest’ultima categoria appartiene il Ponte Borgoloco, sul rio del Paradiso, nel sestiere di Castello, la cui ringhiera in ferro rappresenta un caso unico. Ciò è dovuto alla tipologia del motivo ornamentale che disegna tre “lettere”: una “W” posta sopra una “V” e due “E” in posizione speculare l’una all’altra. Da qualunque lato la si guardi è possibile distinguere le tre lettere “W-V-E” ripetute su ciascun elemento della ringhiera, a sua volta sostenuta da colonnine in ghisa. In assenza di documenti d’archivio affiora una sola ipotesi plausibile e cioè che durante la dominazione austriaca di Venezia sotto questo pseudo-disegno ornamentale si sia voluto celare un chiaro messaggio patriottico. Le lettere, dunque, starebbero a “mimetizzare” le iniziali di W (viva) Vittorio Emanuele.

Ringhiera in ferro e ghisa – Ponte di Borgoloco

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